Greenwashing: definizione e 5 esempi

Eco-bio is the new olio di palma
Partiamo dal presupposto che è facilissimo farsi fregare.
Soprattutto in questo periodo in cui la sostenibilità è un trend, cadere nella trappola del greenwashing è davvero troppo semplice.
Un po’ per inesperienza, un po’ perché siamo sempre presi da mille cose e non troviamo mai il tempo di fermarci, ci fidiamo senza pensare di quello che le aziende ci fanno credere nelle pubblicità.
Ma qual è la definizione di greenwashing?
Il greenwashing è una strategia aziendale che si osserva quando un prodotto o un’azienda affermano di essere ecologici, ma spendono più risorse per assicurarsi che tu lo sappia, piuttosto che implementarle effettivamente nella loro pratica aziendale.
Alcuni esempi di greenwashing
Facciamo l’ipotesi che un supermercato della tua città faccia una campagna pubblicitaria in cui racconta che si servirà solamente di borse per la spesa in plastica riciclata.
Tu penserai che sia davvero una bella iniziativa e probabilmente, se interessato alle politiche ambientali, andrai a comprare da loro, piuttosto che dai concorrenti.
Il problema è che l’inghippo sta proprio qui.
Perché?
Perché fondamentalmente stanno sfruttando la questione ambientale per farti comprare da loro piuttosto che da altri.
Il tutto ovvio, senza essere veramente interessati all’ecosostenibilità.
Se lo fossero veramente, nel caso dell’esempio, il supermercato smetterebbe di offrire sacchetti di plastica per fare la spesa.
Oppure ne disincentiverebbe l’utilizzo offrendo un piccolo sconto per chi porta la propria borsa di stoffa da casa.
Ma vediamo un altro esempio di greenwashing:
Un servizio di streaming annuncia con una grande campagna pubblicitaria che a partire dal nuovo anno una parte dei suoi server verranno alimentati da energia rinnovabile.
Wow!
Penserai che sei proprio felice di dare i tuoi soldi ad un servizio responsabile e interessato alla questione ambientale.
…Quello che però non ti dicono è che solo il 5% dei loro server funzionerà con energia rinnovabile.
Insomma come avrai capito molte aziende utilizzano questo stratagemma solo per vendere di più a fronte di un impegno minimo (o scarso) nei confronti dell’ambiente.
Perché quindi la società di streaming decide di usare il greenwashing piuttosto di investire in energia rinnovabile per i propri server?
Semplice: è molto più facile pagare qualche migliaio di euro in pubblicità, che riconvertire i processi aziendali in termini di sostenibilità.
Perché il greenwashing è un problema?
Si lo so, lo so…starai pensando che il 5% o il riciclo delle borse sia meglio di niente, il guaio però è che il greenwashing nasconde un problema più grande.
Nel migliore dei casi resta per l’appunto uno stratagemma di marketing che comunque “male non fa” come nel caso della compagnia di streaming.
5% è in fin dei conti più di zero (anche se questo è chiaramente uno sforzo insufficiente).
Nel peggiore dei casi però, il greenwashing incentiva effettivamente qualcosa che danneggia l’ambiente.
Riprendiamo per un attimo l’esempio del supermercato.
Con la loro campagna marketing che tesse le loro lodi in termini di riciclo delle borse della spesa, non solo non ti incentiva a farne a meno, ma anche ti incoraggia ad usarle convincendoti che sia la cosa giusta da fare.
Alla fin fine si può dire che stanno incoraggiando un’abitudine non ecologica.
Purtroppo, con il crescere dell’attenzione nei confronti delle tematiche ambientali, sono sempre di più le aziende che ricorrono al greenwashing per aumentare i loro profitti.
Diventa quindi fondamentale non farsi fregare!
Come riconoscerlo?
Ci sono vari campanelli d’allarme che dovrebbero farci pensare al greenwashing e questi sono quelli che ho notato più frequentemente:
- Vedi uno slogan “green”. Vai subito sul sito web dell’azienda e fai un controllo. Ci sono le informazioni sulle loro politiche di ecosostenibilità o resta tutto molto vago? In quest’ultimo caso, si tratta molto probabilmente di greenwashing.
- Vedi le classiche scritte “ECO-BIO” ma non riesci a trovare informazioni a supporto? Le affermazioni sono certificazioni effettive e dimostrabili? Se no, molto probabilmente si tratta di greenwashing.
- E la grafica? La grafica è tutta verde? Corredata magari da bellissime scene naturali? Anche in questo caso, indovina un po’? Si, esatto: greenwashing
- Lo slogan pubblicitario sembra troppo esagerato? Insomma…troppo bello per essere vero?
In tutti questi casi ti consiglio di levarti il dubbio cercando su Google.

Per concludere l’articolo voglio mostrarti alcuni esempi di greenwashing che puoi facilmente trovare nel nostro mercato:
Wilkinson rasoi eco-green

Per quanto Wilkinson offra dei rasoi in plastica riciclata e riciclabile contenuti in un packaging altrettanto sostenibile, sta pur sempre incoraggiando l’utilizzo di un prodotto “usa e getta”.
Come vedi è ben presente la scritta-allarme “eco-green” sopra una bellissima scatola verde e marrone.
La cosa assurda è che quest’azienda produce uno dei migliori (se non il migliore) rasoi di sicurezza per il mercato consumer.
Ora, se proprio non puoi fare a meno di usare rasoi usa e getta, questi sono meglio di quelli normali, ma se volessi fare una scelta davvero sostenibile, dovresti acquistare un rasoio di sicurezza in acciaio come questo, che durerà per sempre!
Colgate Vegan smile for good

Questo è un altro esempio di greenwashing, un po’ più complesso da smascherare.
Il dentifricio si presenta dicendo di usare solo materie prime di origine non animale ed è contenuto in un tubetto di materiale riciclabile.
Starai pensando: “e dov’è il problema allora?”
Il problema è che ahinoi, la compagnia non si dichiara completamente cruelty-free e soprattutto come nel caso di quella del rasoio, continua anche a produrre tanti altri articoli non eco-friendly.
Anche qui, è sempre meglio questo del normale dentifricio contenuto in tubetti di plastica, senza garanzie di essere cruelty-free, contenente prodotti chimici, ecc…ma non è sufficiente per scagionare l’azienda dall’accusa di greenwashing.
Ad onor del vero, io utilizzo quasi quotidianamente questo dentifricio per un’unica ragione che spiego qui.
Linea conscious H&M
Aaah la linea consciuous di H&M…
Questa direi è l’esempio più lampante della definizione di greenwashing.
H&M è responsabile della promozione del fast fashion e dell’ingegnerizzazione di 52 micro-stagioni all’anno studiate per farti sentire sempre fuori moda e spingerti ad acquistare più vestiti.
E’ chiaro l’intento dell’azienda che producendo una linea ecosostenibile, pensa di poter “ripulire” la propria immagine e rassicurare i consumatori più attenti di essere interessati all’ambiente.
Come ormai avrai capito non è sufficiente produrre una sola linea di prodotti “green” per potersi apporre l’etichetta di azienda attenta all’ambiente, ma ci vuole molto molto di più.
Se vuoi approfondire questa tematica e capire come operano le grandi multinazionali della moda, ti consiglio di guardare il primo documentario di cui ho parlato in questo articolo:
Siamo arrivati alla fine, spero di averti aiutato a capire la definizione di greenwashing con i miei esempi.
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