Fast-Fashion: Smetti di essere complice comprando low cost

Quante sono le stagioni?
4 vero?
Sbagliato!
Di stagioni (o trend) la moda ne conta almeno il triplo: non più primavera/estate, autunno/inverno, ma ogni mese una tendenza nuova.
Rifletti un secondo: quante volte ti è capitato di sentir “tornare di moda” qualcosa solo nel 2019? Scommetto un bel po’!
(se digiti su google tendenze 2019, ne troverai addirittura una ventina)
E qui entra in gioco la fast-fashion che essenzialmente porta questi trend dalla passerella alla tua casa in pochissimo tempo.
Cos’è la fast-fashion
I produttori di fast-fashion sono tutti quei brand che realizzano velocemente e continuamente capi d’abbigliamento a basso costo per andare incontro a tutti i vari trend annuali lanciati dalla moda.
Insomma per farla semplice, è il modello di business della stragrande maggioranza delle catene low cost.
Ma come si riconoscono i brand che producono fast fashion?
- Rilasciano collezioni nuove subito dopo che una tendenza è stata vista in passerella o indossata da un vip (o un influencer) sui social
- I vestiti sono prodotti in grandi fabbriche, solitamente asiatiche, dove i lavoratori vengono sfruttati
- Quello che vendono costa pochissimo
- Mettono in pratica un marketing martellante per farti comprare da loro
- I vestiti sono realizzati con materiali economici e di scarsa qualità
Perché dovresti evitare la fast-fashion
Stando a quanto sopra, è già abbastanza chiaro che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in questo modello di business, ma voglio andare più a fondo spiegandoti come agiscono i colossi della fast fashion, in modo che poi tu possa farti un’idea chiara e personale sulla questione.
Vorrei premettere che NON c’è niente di sbagliato nel voler acquistare un nuovo vestito e neanche nel cercare qualche sconto.
Quello che è sbagliato però è finanziare stabilmente i brand che vendono fast-fashion.
Perché?
Perché se per te acquistare fast-fashion è estremamente economico, qualcuno dall’altra parte del mondo paga un prezzo molto alto.
Ti sei mai fermato/a a pensare come sia possibile che una t-shirt in negozio possa costare SOLO 10€?
E soprattutto se le aziende che la vendono a così poco ci guadagnano, chi ci perde?
La risposta è molto chiara in questa immagine fornita da vestitipuliti.org

Come puoi vedere i lavoratori che producono questi vestiti, guadagnano molto molto poco.
Talmente poco, che il salario ricevuto gli permette a stento di sopravvivere.
In aggiunta alla già grave situazione dei salari, va menzionata la questione delle condizioni lavorative in cui i tessitori operano.
Solitamente sono ammassati in enormi palazzoni pericolanti, costretti a lavorare per più di 12 ore al giorno e con obiettivi di produzione ai limiti della follia.
Ecco cosa dice una lavoratrice dell’industria tessile cinese
“Il mio lavoro è estenuante. Ogni giorno devo fare 18 ore. Molte lavoratrici non riescono a raggiungere l’obiettivo di produzione dalla fabbrica, così vengono licenziate. Devo lavorare sodo per raggiungere l’obiettivo e mantenere il mio lavoro”
Vestitipuliti.org – Report 2020 “fuori dall’ombra”
E’ assurdo vero?
Danni ambientali
La fast fashion non solo non rispetta minimamente gli esseri umani, ma è responsabile di un impatto ambientale incredibilmente elevato.
Lo sai che l’industria della moda è tra le più inquinanti al mondo?
Secondo uno studio della Ellen McArthur Foundation del 2017, l’industria tessile produce 1,2 miliardi di tonnellate l’anno di gas serra, più dei trasporti aerei e marittimi internazionali messi insieme.
Questo settore ha un impatto elevatissimo anche sul consumo dell’acqua: basti pensare che per produrre 1 sola t-shirt ne occorrono circa 3.900 litri, ovvero il fabbisogno medio di un essere umano per 5 anni (Friends of the Earth 2015).
E a proposito dei materiali?
Tra i più impiegati nell’industria fast-fashion ci sono il cotone ed il poliestere.
Il cotone come ben sai, non è prodotto artificialmente, ma per coltivarne una produzione massiva sono necessarie molte sostanze chimiche dannose per l’uomo e l’ambiente.
Se il cotone è una fibra naturale, il poliestere è un materiale sintetico e tossico derivato dal petrolio che non è riciclabile né tanto meno biodegradabile.
Entrambi i materiali sono quindi estremamente inquinanti non solo durante la produzione, ma anche per tutta la durata della loro vita.
Come se questo già non bastasse, la maggior parte delle sostanze chimiche utilizzate per la produzione, viene riversata nei fiumi vicino alle fabbriche.
Fiumi su cui moltissime persone locali fanno affidamento per la sopravvivenza, ma che essendo fortemente inquinati provocano gravi danni alla loro salute.
Molti dei bambini che vivono vicino a quei luoghi infatti, nascono con malformazioni e molti adulti sviluppano più facilmente tumori di ogni genere.
Se ti va di approfondire ulteriormente l’argomento, ti consiglio di guardare il documentario “The True Cost” che mette a nudo tutti gli aspetti controversi della fast fashion.
Puoi trovarlo a questo link: https://truecostmovie.com/
Prima di procedere ti chiedo: Ti sembra giusto tutto questo?
Tu e la fast fashion: cosa puoi fare al riguardo?
Se hai risposto no alla domanda precedente, voglio rassicurarti sul fatto che noi in quanto consumatori, possiamo fare qualcosa!
D’altra parte, se non c’è domanda non c’è offerta, no?
Ecco quindi i miei migliori consigli per uno shopping più consapevole:
1) Acquista meno in generale
Ok, per questo consiglio sono di parte, in fondo siamo sul sito movimentominimalista.com, no?
Noi minimalisti promuoviamo l’arte di possedere meno cose ed acquistare consapevolmente solo ciò di cui abbiamo veramente bisogno.
Ma anche se non pratichi il minimalismo, puoi comunque ridurre drasticamente la quantità di vestiti che acquisti.
Impegnati ad acquistare cose nuove solo se ne hai veramente bisogno.
Prova a pensare a quante cose hai nell’armadio e non utilizzi e calcola i soldi che potresti avere in mano se non li avessi comprati.
2) Non comprare cose solo perché costano poco
Se pensi che un capo di abbigliamento sia carino, ma non sai se lo indosserai molte volte, è meglio lasciarlo in negozio.
Spesso compriamo vestiti solo perché sono economici e poi finiscono in fondo ai nostri guardaroba senza talvolta essere mai usati.
Uno spreco inutile, sei d’accordo?
3) Ti vedi ad indossarlo almeno una quindicina di volte?
Regola n.1: Non comprare qualcosa se hai già cose simili nell’armadio.
Regola n.2: Se vuoi acquistare un capo devi essere sicuro/a di utilizzarlo ALMENO una quindicina di volte.
Prova anche tu ad immaginarti con quel vestito che vorresti comprare e se non pensi di indossarlo così tante volte, non comprarlo!
4) Acquista di seconda mano o prendi in prestito da un amico
Se hai bisogno di qualcosa per un’occasione speciale, prova a prenderlo in prestito da un amico o cercalo nei negozi di seconda mano (che ti ricordo esistono anche online!).
Io, ad esempio, chiedo spesso in prestito capi d’abbigliamento a mia sorella se devo partecipare a cerimonie o simili, in fin dei conti perché sprecare soldi per qualcosa che so di mettere solo in quell’occasione?
5) Trova un marchio affidabile che si adatti al tuo stile e al tuo budget
Trova un marchio che si preoccupi veramente di essere più sostenibile e rispettoso e acquista da loro.
6) Scrivi alle aziende che ti piacciono per chiedere le loro politiche ambientali e lavorative
Per chiedere il cambiamento, dobbiamo fare pressione su queste aziende.
Per farlo, puoi contattare direttamente il marchio e chiedere quali sono le loro politiche e se possono inviarti alcuni rapporti/materiali informativi.
Se tutti scrivessimo alle aziende in questi termini, sicuramente presterebbero maggiore attenzione alla questione!
7) Non buttare quello che già hai
Dopo tutto quello che ci siamo detti in questo articolo, la tentazione di correre all’armadio per buttare gli abiti incriminati, può essere forte.
Ma non devi cedere, in quanto buttare delle cose che ancora usi, per acquistarne di nuove fa esattamente il gioco delle aziende di moda.
8) Non farti influenzare
Star, amici e modelle ci influenzano ogni giorno quando si tratta di abbigliamento, che si voglia o no.
Sicuramente ti sarà capitato di acquistare un paio di scarpe perché le hai viste indossate da un’amica, un collega o magari anche dal tuo attore preferito.
Il trucco è non perdere tempo sui social (leggi a questo proposito la mia guida al minimalismo digitale) e fermarsi a pensare se quel vestito che vorremmo ci serve ed è prodotto eticamente!
Quali sono i marchi fast fashion da evitare?

Questo è il paragrafo delle brutte notizie, in quanto quasi sicuramente avrai acquistato (o acquisti) da uno di questi marchi, ma niente paura, d’ora in poi hai tutti gli strumenti per fare scelte più consapevoli.
I marchi da elencare sono veramente troppi, perciò ne includerò alcuni tra i più famosi che sono stati richiamati per le loro pratiche di lavoro non etiche e ad alto impatto ambientale:
- H&M
- Gap
- Zara
- Forever 21
- Primark
- Romwe
- Shein
- Nastygal
- Missguided
- Asos
- Urban Outfitters
Se è vero che alcuni di questi marchi hanno iniziato a fare qualche passo avanti verso la sostenibilità incorporando tessuti sostenibili, utilizzando materiali riciclati, creando “linee consapevoli” e persino collaborando con altri marchi di moda sostenibile più piccoli, devono ancora fare molta strada per essere considerati veramente sostenibili.
Conslusioni
Possiamo tutti fare qualcosa per mettere un freno all’ascesa del fenomeno della fast-fashion e spero di averti ispirato a fare qualcosa a tua volta.
Oltre a mettere in pratica i suggerimenti che ti ho dato, anche condividere questo articolo e diffondere queste notizie può aiutare nella lotta alla fast fashion.
Quindi che aspetti?


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